Golem, laboratorio di informatica popolare
EMPOLI.C'è un centro di «resistenza
culturale» nella Casa del Popolo di Pagnana. «No» cioccolatine
di aziende multinazionali, «no» prodotti del commercio globale; nella
sala attigua, anche il neonato «laboratorio di informatica
popolare» gestito dal gruppo empolese «Golem» è improntato alla
filosofia del «no». In questo caso, «no» programmi di software
convenzionale ma Linux, software libero, costruito tassello dopo
tassello dai singoli utenti della rete alternativa. Proprio così: a
poche decine di metri dalla prima «officina no global» fondata
quasi due anni fa dal Golem in una stanza della canonica di
Pagnana, si sviluppa il nuovo progetto di «resistenza culturale».
Proprio nella Casa del Popolo gestita dai giovani dell'associazione
«Terrerare». Ogni lunedì sera gli esperti informatici del
Golem salgono in cattedra e insegnano a costo zero ad alunni di
tutte le età ad usare il computer. I dieci computer messi a disposizione
non sono stati acquistati bensì recuperati. Le spese per la
connessione agli impianti elettrici, così come per la navigazione in
Internet se le è accollate la Casa del Popolo. «Obiettivo del
laboratorio - spiegano dal Golem - è diffondere la conoscenza del
mezzo informatico, allo stesso tempo abbassando i costi di accesso
all'informazione. Sui computer abbiamo installato il sistema
Linux». Perché «resistenza culturale»? Perché con il software
proprietario succede che i programmi vengono utilizzati per
produrre informazioni controllate da altri. Tutti, così, siamo
vittime di un'oppressione culturale. Noi invece vogliamo
essere proprietari dei nostri mezzi e strumenti». Il primo corso del
laboratorio popolare vuole insegnare agli alunni come costruire una
pagina web. (b.a.)